SotRPN – ospiti/2 – Letizia Merello

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Letizia Merello, foto di Giovanni Cedronella

Proseguiamo con le presentazioni degli ospiti della Somewhere over the Raindogs Poetry Night dell’8 luglio alla Fortezza di Castelfranco di Finale Ligure (SV).

Oggi è il turno di Letizia Merello.

Debutta nell’iper-testo uscendo da un taglio cesareo nel 1980. Ama leggere e scrivere da quando andava alle elementari; in quel periodo ha composto la sua prima – e ultima – canzone.
Alcune delle sue poesie sono apparse sui siti Viadellebelledonne, Absolute Poetry, Thirteen Myna Birds e sulla rivista Le voci della luna; altre, in versione bilingue (inglese/italiano), sono state incluse nell’antologia Spider Vein Impasto, pubblicata dalla Blood Pudding Press (Stati Uniti). Le sue traduzioni in italiano delle poetesse Elizabeth Jennings e Juliet Cook sono state pubblicate su diversi siti e riviste, sia cartacee che online. Sempre con Juliet Cook, ha collaborato con versi e traduzioni alla raccolta Angel Face Trailer (Blood Pudding Press, 2010).
In ambito musicale, ha tradotto in inglese i testi dell’intera discografia dei
Bachi da Pietra e ha lavorato alla traduzione in inglese dei testi del trio bergamasco Bancale; la sua ultima traduzione pubblicata è Il tempo della città e altre poesie, silloge del poeta indiano Vihang A. Naik.
Tra le pubblicazioni in prosa, cartacee e online,
Fruit Tree, incluso nell’antologia Rock in cerca d’autore (Chinaski), Ma ancora nessuno ci beve, incluso in Suonando pezzi di vetro (Ed. del Faro – Neverlab) e Mostri sotto il letto per l’antologia di letteratura erotica Cumshorts II (Caratteri Mobili). Quest’anno ha pubblicato l’e-book Bloom/Blow, una piccola raccolta di testi di prosa poetica con traduzione in inglese a fronte.

La bambola di Bellmer

La bocca educata a cerchio, faceva
la bambola gonfiabile
senza perfezioni di donna.
Sfere intercambiabili,
infinite combinazioni, snodature azzardate
sembrava una ragazza
smontata e riassemblata senza criterio.
Riempiva la stanza del suo niente
morbido e sporgente.
La vittima!
La fiammiferaia infreddolita!
Il pallone gonfiato che era!
Cosa ne era rimasto?
Tre buchi perfettamente circolari,
tre valvole funzionali,
tre iniezioni di elio per la sua voce di violino.
Intorno, pelle soda tesa e vuota
un liscio che non scorreva, la mano non andava avanti.
Squittivano le dita umide e nude
sopra il suo rosa pastello senza rughe.
Serica, seduttiva, silenziosa. A sibili si faceva più piccola.
Nell’assenza demenziale di espressione facciale
si lasciava strizzare senza sentire male.
Se ne andava, e-spirava, senza esplosione.
Un clitoride raggrinzito,
un imene intatto e sorridente,
una pelle di gomma che aveva perso il niente.


Somewhere over the Raindogs Poetry Night (evento su Facebook)

SotRPN – ospiti/1 – Giovanni Mistero

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